Sala dei lavori nei campi e in cantina

La produzione vinicola in Ciociaria, fino alla Seconda Guerra Mondiale era di scarsa qualità a causa del basso valore dei vitigni, delle tecniche rudimentali di vinificazione, della breve fermentazione del mosto e della conservazione del vino in cantine calde e poco ventilate.

Solitamente, inoltre, l’uva non raggiungeva la piena maturazione poiché spesso la vite era piantata all’ombra di altri alberi come l’olmo. Per evitare che i vitigni fossero devastati dagli animali e per evitare le eventuali avverse condizioni climatiche, l’uva era così raccolta immatura.

Si era poco attenti nel separare i grappoli buoni da quelli guasti e nel togliere i raspi, tanto che con i primi caldi il vino spesso diventava aceto. Per evitare questo inconveniente durante la fase della fermentazione, ancora oggi nel vino di produzione domestica, si usava aggiungere una certa quantità di mosto bollente.

Il vino per il contadino era considerato un ottimo ricostituente, un medicinale per l’itterizia, un analgesico, favoriva il sonno e combatteva i parassiti e gli stimoli della fame durante il lavoro.